"Abbiamo bisogno di qualcuno che lo mantenga in vita": in Charente-Maritime le reti da pesca sono in bilico

Innamorati convinti, il comune di Port-des-Barques e l'Île Madame si incontrano e si lasciano due volte al giorno, frettolosamente, in balia delle maree atlantiche. Nascosti dal mare aperto dall'immensa Île d'Oléron, il loro legame percorre il Passe aux Bœufs, un sentiero di 1.100 metri dove i pedoni sono preferiti alle auto, per la tranquillità della piccola Madame, che misura meno di un chilometro quadrato. Quella mattina, il passo è emerso alle 8:30, ma Elisabeth Thorigny, formale, ha detto "10:15". Inutile correre, bisogna attraversare in orario. Dal passo, sul lato sinistro, si può vedere il suo carrelet. Una semplice capanna di pescatori su palafitte, arroccata tre metri sopra la bassa marea, in un luogo dove i pesci passano con l'alta marea. Delle tre capanne di pescatori che popolano questa punta dell'Île Madame, quella di Elisabeth è la più lontana dal mare, l'ultima ad essere scoperta, la più tranquilla. La capanna si chiama Lilibulle, il paradiso dove "Lili"-Elizabeth gorgoglia, legge, scrive, pesca cefali, sperlani e a volte gronghi, mette da parte il suo lavoro di istruttrice, isolata dal mondo per la durata di una marea. "Ecco perché l'ho scelta. Non mi vedevo in una capanna di pescatori attaccata alle altre, lungo la costa, con il rumore, la gente che va e viene..."
Lì non c'è rischio. Nessuna passerella conduce a Lilibulle. Dopo il passo, dopo la strada carrozzabile, bisogna ancora attraversare 100 metri di panchine, una catasta secolare.
Libération